milan campione

Die Deutschen sagen, es gebe zwei Dinge im Leben, die man nicht selbst aussuchen kann: Die Familie und den Lieblingssportverein. Mit beiden geht man durch dick und dünn, man erlebt gute und schlechte Zeiten, Siege und Niederlagen. Was aber immer bleibt ist die Leidenschaft für das Geliebte. Mein Lieblingssportverein ist die AC Mailand. Diese Leidenschaft wird in der Familie seit Generationen übergeben, auch mein Vater und mein Grossvater sind Anhänger der Rossoneri (Rotschwarzen). Seit ich mich erinnern kann, war dieser Verein immer sehr erfolgreich, doch in den letzten 10 Jahren gab es wenig zum Feiern, und zeitweilen seuchte der Verein im sportlichen Mittelfeld herum – was als Fan sehr traurig anzusehen war. Dieses Jahr kämpfte der Verein bis zum Schluss der Saison mit dem Stadtrivalen und Lieblingsverein meines Bruders, Inter Mailand, um den Meistertitel. Und tatsächlich hat Milan nach elf Jahren wieder den italienischen Meistertitel gewonnen. Es ist schön den Verein wieder unter den besten zu wissen.

 

I teschi dicono che nella vita ci sono due cose che non si possono scegliere: La famiglia e il club sportivo preferito. Con entrambi se ne passano di belle e di brutte, si vivono momenti gioiosi e difficili, vittorie e sconfitte. Ma ciò che rimane sempre è la passione per ciò che si ama. Il mio club sportivo preferito è il Milan. Questa passione si tramanda in famiglia da generazioni, anche mio padre e mio nonno sono tifosi rossoneri. Da quando mi ricordo, questo club ha sempre avuto un grande successo, ma negli ultimi 10 anni c'è stato poco da festeggiare, e a tratti il club è scomparso nell'anonimato sportivo di metà classifica, cosa che, come tifoso, è stata molto triste da vedere. Quest'anno il club ha lottato per lo scudetto con i rivali cittadini e beniamini di mio fratello, l'Inter, fino alla fine della stagione. Alla fine, il Milan dopo undici anni è tornato a vincere il titolo di campione d'Italia. È bello vedere il club di nuovo tra i migliori.


piccata milanese

Heute stelle ich einen Aufsatz vor, den ich im Alter von elf Jahren in meinem Italienischkurs geschrieben habe. Es war im Schuljahr 1996/97 und ich schrieb den Aufsatz mit dem Titel: Ein besonderer Sonntag. «Eines Sonntagmorgens wache ich auf. Ich finde Papa in Rot und Schwarz gekleidet, den Farben des AC Mailand. Auf dem Stuhl, auf dem ich normalerweise meine Kleidung aufbewahre, finde ich mein AC Mailand-Trikot. Ich spüre bereits, dass dies ein ganz besonderer Tag ist. Gegen zehn Uhr brechen wir auf. Mir sind die Augen verbunden, ich weiss nicht, was vor sich geht. Nach fast vier Stunden Fahrt bin ich bei meinem Onkel in Mailand, steige in sein Auto, immer noch mit verbundenen Augen, und irgendwann höre ich eine Menge Leute, die "Milan, Milan!" rufen. Inzwischen ist mir klar, dass ich mich im San-Siro-Stadion befinde. Es ist das letzte Meisterschaftsspiel zwischen dem AC Mailand und Juve, wer gewinnt, holt den italienischen Meistertitel. Die Mannschaft von Tabarez erzielt zunächst durch Weah und dann durch Baggio ein Tor. Milan gewann 2:0 und holte sich den Meistertitel. Es war der beste Tag meines Lebens.» Ich habe diese Geschichte mit dem Rezept für die Piccata Milanese kombiniert. Ein Schweizer Klassiker in Schulkantinen und Mensas, der lediglich einen italienischen Namen hat. Diese Kombination werden wir in Italien nie in einem Restaurant finden. Wie dem auch sei, ich finde es ein sehr schmackhaftes Gericht.

 

Oggi vi presento un mio tema, scritto al corso di lingua e cultura italiana quando avevo undici anni. Era l’anno scolastico 1996/97 e scrivevo: Una domenica speciale. «Una mattina di domenica io mi sveglio. Trovo papà vestito di rosso e Nero proprio i colori del Milan. Sulla sedia dove io di solito ho i vestiti, trovo la mia divisa del Milan. Io già sento che questa è una giornata molto speciale. Verso le dieci noi partiamo. Io ho gli occhi bendati non so cosa sta succedendo. Dopo quasi quattro ore di viaggio mi trovo da mio zio a Milano salgo sulla sua macchina sempre con gli occhi bendati e a un certo punto sento tantissima gente urlare “Milan, Milan!!!” Ormai ho capito che sono allo stadio di San Siro. È l’ultima partita di campionato tra il Milan e la Juve chi vince si aggiudica lo scudetto. La squadra di Tabarez segna prima con Weah poi con Baggio. Il Milan vince 2 a 0 e si aggiudica lo scudetto. È stato il giorno più bello della mia vita.» Ho abbinato a questa storia la ricetta per la piccata alla milanese. Un classico svizzero delle mense scolastiche e non solo, che di milanese e italiano a solo il nome. Mai troveremo questa combinazione in un ristorante in Italia. Ma comunque sia lo trovo un piatto molto gustoso.

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cotoletta milanese

Als ich zum ersten Mal das Giuseppe Meazza- oder auch nach dem Quartier benannt San-Siro-Stadion in Mailand besuchte, war ich 12 Jahre alt. Mit meinem Vater und Bekannten besuchten wir ein Spiel des AC Mailand gegen die AS Rom. Damals standen bei Milan noch Grössen auf dem Platz, die Fussballliebhabern bestimmt ein Begriff sind wie etwa Paolo Maldini, Leonardo, George Weah oder Oliver Bierhoff. Beim Gegner stand unter anderem Francesco Totti auf dem Platz, der bereits mehrmals in meinem Blog erwähnt wird. Milan gewann an diesem Tag 3-2 und in der Saison damals überraschend schlussendlich die italienische Meisterschaft. Ich war immer überwältigt von der Grösse des Stadions. Zudem finde ich es auch aus architektonischer Sicht ein Schmuckstück. Ein ausgeklügeltes gut angelegtes Rampensystem geht rund ums Stadion und dient als Zugang zu den Tribünen. Das Rampensystem charakterisiert das einmalige Erscheinungsbild des Stadions. Die Spielstätte der AC Mailand und Inter Mailand wurde in den 20er Jahren gebaut und wurde für die FussballWeltmeisterschaft 1990 aufgestockt und die Tribünen gedeckt. Aus Sicherheitsgründen wurde die Kapazität in neuster Zeit von 90'000 auf rund 80'000 Zuschauer reduziert. Fällt ein Tor, hört man sein eigenes Wort nicht mehr. Das Stadion bebt regelrecht, die Stimmung ist elektrisierend und ich bekomme jedes Mal Gänsehaut. Speziell auch beim Stadtderby gegen Inter Mailand. Dieses Spiel besuchte ich einmal mit meinem Bruder, noch zur Zeit der vollen Kapazität von 90'000 Zuschauern. Milan gewann 3-0 und es war ein Riesenfest. Vermutlich wird Milan bald ein neues, moderneres, kleineres, wirtschaftlicheres und sichereres Stadion bauen und aus San Siro ausziehen. Dies wird das Ende einer Ära sein. Was bleiben wird sind unvergessliche persönliche Gänsehaut-Momente als Zuschauer im Stadion oder vor dem TV, Fussball-Geschichtsbücher voller Erwähnungen des Giuseppe Meazza Stadions im Zusammenhang mit grossen Fussballspielen, Einträge über Erfolge der AC Mailand und Inter Miland und das definitive Erreichen des Legenden-Status. Ebenfalls Legenden-Status geniesst dieses Gericht. Denn scheinbar soll das Wiener-Schnitzel von der Mailänder Variante abgeleitet worden sein.

 

Avevo 12 anni quando ho visitato per la prima volta lo stadio Giuseppe Meazza, forse meglio conosciuto come San Siro, a Milano. Con mio padre e alcuni amici abbiamo assistito a una partita tra il Milan e l'AS Roma. All'epoca per il Milan erano ancora in campo delle stelle del calibro di Paolo Maldini, Leonardo, George Weah e Oliver Bierhoff, nomi che agli amanti del calcio suoneranno certamente familiari. Tra gli avversari c'era Francesco Totti, già citato più volte nel mio blog. Quel giorno il Milan vinse 3-2 e nella stagione poi sorprendentemente si aggiudicò il campionato italiano. Sono sempre stato sopraffatto dalle dimensioni dello stadio. Lo trovo un gioiello anche dal punto di vista architettonico. Un sistema di rampe geniale e ben progettato circonda lo stadio e funge da accesso agli spalti. Il sistema di rampe caratterizza l'aspetto unico dello stadio. L'impianto del Milan e dell'Inter è stato costruito negli anni '20 ed è stato rialzato e coperto per i Mondiali di calcio del 1990. Per motivi di sicurezza, la capacità è stata recentemente ridotta da 90.000 a circa 80.000 spettatori. Quando il Milan segna un gol, non si possono più sentire le proprie parole. Lo stadio trema letteralmente, l'atmosfera è elettrica e ogni volta mi viene la pelle d'oca. Soprattutto in occasione del derby cittadino contro l'Inter. Ho assistito a questa partita una volta con mio fratello, ancora all'epoca della piena capienza di 90.000 spettatori. Il Milan vinse 3-0 e fu una grande festa. Probabilmente il Milan costruirà presto un nuovo stadio più moderno, più piccolo, più economico e più sicuro e lascerà San Siro. Questa sarà la fine di un'epoca. Rimarranno le indimenticabili sensazioni personali di chi è stato spettatore allo stadio o davanti alla TV, i libri di storia del calcio pieni di citazioni dello Stadio Giuseppe Meazza in relazione a grandi partite di calcio, le voci sui successi del Milan e dell'Inter e il definitivo raggiungimento dello status di leggenda. A proposito di leggende: anche questo piatto ha lo status di leggenda. Sembrerebbe che la cotoletta viennese sia derivata dalla versione milanese.

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ossobuco alla milanese

Es gab eine Zeit, als ich etwa 17-18 Jahre alt war, in der ich meine Haare etwas länger trug. Das war meine "rebellischste" Zeit, wobei diese sehr mild verlaufen ist. Ich fing an auch neben dem Fussballplatz Vorbilder zu finden, interessierte mich für Rockmusik, war sehr interessiert an Ché Guevara und Kurt Cobain und je nach Anlass, war ich auch nicht abgeneigt einige Züge eines Joints zu ziehen. So kam es schlussendlich dazu, dass ich eines Winters in Kalabrien meine Haare flechten liess. Damals trug ich oft ein altes rotes cooles Vintage-AdidasFussballshirt mit der Nummer 10 auf dem Rücken. So gekleidet und mit Zöpfen besuchte ich meine Grosseltern, die bestimmt nicht erfreut waren mich so zu sehen. Mein Grossvater mache gute Miene zu bösem Spiel und witzelte er habe das Gefühl Ruud Gullit stehe vor ihm. Ruud Gullit ist ein niederländischer Fussballer mit surinamischen Wurzeln. Er spielte für die AC Milan und war einer der besten der Welt am Ende der 80er- und Anfang, der 90er-Jahren. Gullit ist vermutlich auch wegen der lustigen Zöpfe einer der ersten Fussballer, an die ich mich erinnern mag. Als Kind war er ein fussballerisches Vorbild. Die Aussage meines Grossvaters führte so dazu, dass ich einige Tage mehr mit Zöpfchen herumlief. Passend zu meinen exotisch anmutenden Zöpfchen präsentiere ich den Ossobuco alla Milanese. Ein Gericht, das oft mit Safran-Risotto serviert wird und so ebenfalls einen exotischen Touch erhält.

C'è stato un periodo, quando avevo circa 17-18 anni, in cui portavo i capelli un po' più lunghi. Quello è stato il mio periodo più "ribelle", anche se la mia "ribellione" è stata molto lieve. Trovavo nuovi modelli anche al di fuori del campo di calcio, mi interessava la musica rock, ero molto interessato a Ché Guevara e Kurt Cobain e poche volte quando capitava una festa non mi dispiaceva farmi qualche tiro di canna. È così una cosa tirò l'altra e un giorno di inverno mi ritrovai a fare le treccine al salone di mio zio in Calabria. A quel tempo mi piaceva indossare una vecchia maglietta da calcio Adidas vintage, rossa e molto figa, con il numero 10 sulla schiena. Vestito così e con i capelli a treccine, andai a trovare i miei nonni, che non erano certo divertiti di vedermi conciato così. Mio nonno si fece coraggio e scherzò dicendo che aveva la sensazione di avere Ruud Gullit davanti a sé. Ruud Gullit è stato un calciatore olandese di origini surinamesi, uno dei migliori alla fine degli anni '80 e all'inizio degli anni '90, che ha giocato nel Milan. Gullit è probabilmente anche uno dei primi calciatori che ricordo, probabilmente per le sue buffe treccine, ed era sicuramente da bambino era un modello di calcio da seguire. L'affermazione di mio nonno mi portò così a girare con le treccine per qualche altro giorno. Per riprendere le mie treccine esotiche in stile sudamericano, vi presento l'ossobuco alla milanese. Un piatto che viene spesso servito con un risotto allo zafferano che dà così un tocco esotico al piatto.

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campari gin

Highlights der Zeit als Fan der AC Milan waren bisher die drei Champions League Finalspiele am Anfang der 2000er Jahre. Zwei davon waren siegreich, eines ging leider verloren. Für alle drei Finalspiele organisierte ich ein Fest, zweimal bei meinen Eltern zu Hause und einmal im Clubhaus beim Sportplatz in Biglen. Die zwei Siege behalte ich in sehr schöner Erinnerung, denn einer davon gelang gegen den italienischen Erzrivalen Juventus Turin und ein anderer war die Revanche für den verlorenen Final gegen den FC Liverpool aus England. Eigenartigerweise aber nicht überraschend, blieb aber genau der eine verlorene Final gegen Liverpool fast am besten in Erinnerung. Damals führte Milan nach der ersten Halbzeit bereist 3-0. Als 17-18-jähriger Schnösel feierte ich mit viel Bier schon während der ersten 45 Minuten und danach in der Pause als wäre das Spiel bereits gewonnen. Nach der Pause nahm das Spiel eine unerwartete Wende, Liverpool glich das Spiel innerhalb von nur 7 Minuten aus. Ein eingeladener Freund zog das für mich angezogene Milan-Shirt aus, darunter erschien ein Liverpool-Shirt. Ich musste mein Mobiltelefon ausschalten, weil es ständig auf Grund von dummen Leuten, die meinen Gemütsstatus abholen wollten, läutete. Alles schien sich gegen mich und Milan zu wenden und in der Tat ging das verrückte Spiel am Ende im Elfmeterschiessen verloren. Es blieb nur noch eine zu leerende Harasse Egger-Bier als Trost und das Bewusstsein, Teil eines der grossartigsten Finalspiele der Champions League-Geschichte gewesen zu sein. Zu dieser Zeit besuchte ich das zehnte Schuljahr an der Berntorschule in Thun. Ich erinnere mich noch daran, dass ich tatsächlich versuchte die Schule am nächsten Morgen zu besuchen, ich allerdings nach wenigen Minuten bei der Schule anrief und für den Tag absagte. Zu stark machte sich das Bier noch bemerkbar. Ich musste mir deswegen in den Folgetagen noch einige Sprüche des Klassenlehrers anhören, was vermutlich mitgeholfen hat, dass sowas vergleichbares unter der Woche nie mehr geschehen ist. Passend zu dieser Geschichte präsentiere ich einen Drink, der mit dem Campari aus Mailand der perfekte Begleiter für Feste oder Aperitifs ist.

 

I momenti più belli della mia storia di tifoso del Milan sono state le tre finali di Champions League nei primi anni 2000. Due di esse sono state vittoriose, una purtroppo è stata persa. Ho organizzato una festa per tutte e tre le finali, due volte a casa dei miei genitori e una volta nella casetta del campo sportivo di Biglen. Ho un ricordo molto bello delle due vittorie, perché una era contro gli storici rivali italiani della Juventus e l'altra era la rivincita della finale persa contro gli inglesi del Liverpool FC. Stranamente, ma non sorprendentemente, è stata l'unica finale persa contro il Liverpool ad essere rimasta più impressa nella memoria. All'epoca il Milan conduceva già per 3-0 dopo il primo tempo. Da ragazzo di 17-18 anni, ho festeggiato con molta birra durante i primi 45 minuti e poi durante l'intervallo continuai come se la partita fosse già vinta. Dopo l'intervallo la partita ha preso una piega inaspettata, il Liverpool ha pareggiato in soli 7 minuti. Un amico invitato si è tolto la maglia del Milan che aveva messo per me e sotto è apparsa una maglia del Liverpool. Ho dovuto spegnere il cellulare perché continuava a squillare a causa di persone stupide che cercavano di raccogliere il mio stato d'animo. Tutto sembrava volgere contro di me e il Milan e infatti la folle partita finì per essere persa ai rigori. A consolarmi è rimasta solo una cassa di birra da bere e la consapevolezza di aver partecipato a una delle più grandi finali della storia della Champions League. All'epoca frequentavo il decimo anno di scuola alla Berntorschule di Thun. Ricordo che la mattina dopo cercai di andare a scuola, ma dopo pochi minuti chiamai la scuola e disdetti. La birra si faceva sentire ancora troppo. Nei giorni successivi ho dovuto sentire diversi commenti da parte dell'insegnante, che probabilmente hanno contribuito fino ad oggi a far sì che non accadesse più nulla di simile durante la settimana. Per accompagnare questa storia, vi presento un drink che, con il Campari di Milano, è l'accompagnamento perfetto per feste o aperitivi.

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