Drei Mal kam Sankt Nikolaus bereits unsere Kinder besuchen. Was für die Kinder als Fest gedacht ist, gestaltete sich für unseren Sohn jedoch ziemlich schwierig. Er fürchtete sich stark vor Sankt
Nikolaus. Um sich vor der Kälte zu schützen hat der Sankt Nikolaus stets seine Kapuze auf, kombiniert mit dem langen weissen Bart sieht man schlussendlich die Augen kaum, was mein Sohn gar nicht
mag. Unsere Tochter hingegen hat gar keine Berührungsängste und setzte sich auch schon auf seinen Schoss um der Geschichte die er vorlas zuzuhören.
Ich erinnere mich, dass auch ich als Kind den Sankt Nikolaus nicht mochte. Einmal kam er bei uns vorbei und ich malträtierte ihn damals mit Tritten ins Schienbein, mit Schlägen und schrie wie ein
Wilder bis der arme Nikolaus endlich wieder ging. Was sich vermutlich innerhalb von wenigen Minuten (wenn überhaupt) abspielte, fühlte sich für mich an wie eine halbe Ewigkeit. Nicht einmal seine
Gaben wollte ich behalten, Mandarinen (bzw. allgemein Früchte) ass ich als Kind kaum, Lebkuchen mag ich noch heute nicht besonders und Erdnüsse konnte ich nicht leiden weil diese überall im Mund
kleben blieben.
Ein anderes Mal trafen wir den Nikolas beim Einkaufen vor dem Supermarkt, es gelang meinen Eltern ein fürchterliches Foto von mir als todtrauriges, verängstigtes und in Tränen aufgelöstes Kind in
den Armen des Nikolaus zu schiessen, mehr lag nicht drin.
Der Zauber um den Sankt Nikolaus ist bei mir früh vergangen, das nachdem ich verkleidete Bekannte anhand ihrer Turnschuhe die sie anhatten erkannte.
So fühle ich Jahr für Jahr mit meinem Sohn mit, hoffe dass sich seine Berührungsängste etwas legen und wünsche ihm von ganzem Herzen, dass der Zauber um den Sankt Nikolaus länger anhält als
damals bei mir und dass er diesen speziellen Besuch hoffentlich auch Mal geniessen werden kann.
San Nicola è venuto a trovare i nostri figli già tre volte. Quella che doveva essere una festa per i bambini, si è rivelata una cosa piuttosto difficile per nostro figlio. Aveva molta paura
di San Nicola. Per proteggersi dal freddo, San Nicola tiene sempre addosso il cappuccio, poi combinato con la lunga barba bianca, si vedono a malapena i suoi occhi, cosa che a mio figlio non
piace affatto. Nostra figlia, invece, non ha paura e si è già seduta in braccio per ascoltare le storie che legge.
Ricordo che da bambino San Nicola non mi piaceva neanche a me. Una volta è venuto a casa nostra e gli ho dato tanti di quei calci negli stinchi e pugni in pancia urlando come un selvaggio
fino a quando il povero Babbo Natale non se n‘è andato. Quello che probabilmente è successo in pochi minuti (se non addirittura in pochi istanti) mi è sembrato un‘eternità. Non volevo nemmeno
tenere i suoi regali, da bambino mangiavo a malapena i mandarini (o la frutta in generale), ancora oggi non mi piacciono molto i biscotti di natale e non sopportavo le noccioline perché mi
restavano tra i denti.
Un‘altra volta che abbiamo incontrato Babbo Natale mentre facevamo la spesa davanti al supermercato, i miei genitori sono riusciti a scattare una foto terribile di me tristissimmo, spaventato
e in lacrime tra le braccia di Babbo Natale, tutto qui.
La magia di San Nicola è poi presto svanita, dopo che ho riconosciuto gli degli amici travestiti da Babbo Natale a causa dalle scarpe da ginnastica che indossavano.
Anno dopo anno probabilmente prova la stessa cosa anche mio figlio, spero che le sue paure piano piano si plachino e gli auguro con tutto il cuore che la magia di San Nicola duri più a lungo
di quanto non sia durata da me e che un giorno possa godersi questa visita speciale.
grittibänz - ometto di pasta
Es ist interessant zuzusehen wie Kinder Dinge gestalten. Sie beobachten und nehmen die kleinsten Details wahr. Oft lernt man durch ihre Augen kleine schöne Dinge des Lebens, die auf Grund von
Routine unbedeutend geworden sind, neu kennen und schätzen. Verschiedenartiges Vogelgezwitscher, die unglaubliche Insektenvielfalt, die Natur die sich alle Tage wieder in neuen leicht anderen
Farben präsentiert.
Kinder sind sehr spontan und folgen stark ihrer Intuition. Sie sind sehr anpassungsfähig, machen aus allen möglichen Gegenständen ein Spiel daraus, freuen sich über Kleinigkeiten. Es muss nicht
alles perfekt sein, es muss zum Moment passen und ihnen geht es nicht darum das schönste, das beste und neuste Spielzeug zu haben, sondern es geht darum zusammen zu spielen, zum Beispiel mit uns
Eltern oder anderen Kindern. Es geht darum etwas zusammen zu erleben, denn Gegenstände sind vergänglich, doch die Erinnerungen die bleiben und die kleinen Kinder scheinen das irgendwie bereits zu
begreifen.
So auch beim jährlichen Grittibänz backen, es geht darum sich später Mal daran erinnern zu können diese zusammen gebacken zu haben. Wir lassen den Kindern ihre Phantasie ausleben und oft
entstehen dabei witzige Formen und Gestalten weit weg vom perfekten Grittibänz.
È affascinante vedere come i bambini si accontentano con poche cose. Osservano tutto e tutti, percepiscono i più piccoli dettagli. Attraverso i loro occhi spesso noi grandi riscopriamo e
riapprezziamo piccole cose belle della vita che ormai conoscendole da sempre sembravano essere diventate normali o quasi insignificanti. Il cinguettio degli uccelli, l‘incredibile varietà di
insetti, la natura che si presenta ogni giorno in colori nuovi e leggermente diversi.
I bambini sono molto spontanei e seguono molto il loro intuito. Si adattano ad ogni tipo di situazione, inventano dei giochi con tutti i tipi di oggetti e si accontentano di piccole cose. Per
loro non deve essere tutto perfetto, ma deve coincidere col momento e non sono interessati ad avere i giocattoli più belli, grandi o nuovi, ma a giocare insieme, per esempio con noi genitori o
altri bambini. Per loro la cosa più bella e di fare qualcosa insieme, perché gli oggetti o prima, o poi si rompono o non si trovano più o perdono semplicemente il loro fascino, ma i ricordi
invece rimangono per sempre e i bambini piccoli in qualche modo sembrano averlo già capito.
Così, anche quando facciamo l‘annuale ometto di pasta, non si tratta di fare l’ometto perfetto, ma di farlo insieme. Lasciamo che i bambini vivano la loro fantasia e spesso nascono forme e
figure fantastiche e divertenti, lontane dalla forma di un ometto di pasta perfetto – ma chi se ne frega!
Kürbissuppe - zuppa di zucca
Kürbissuppe ist im Herbst und Frühwinter ein ständiger Begleiter. Am Nikolaus-Tag Essen wir die einfach herzustellende Suppe oftmals mit unseren selbstgemachten Grittibänzen und etwas Käse. Ein
wunderschönes einfaches Nachtessen.
Das Rezept dafür stammt von meiner Frau. Ich erinnere mich gerne an das erste Mal zurück als sie für meine Familie Kürbissuppe zubereitete. Damals hatten wir zu Halloween mit meinem kleinen
Cousin und meiner kleinen Cousine Kürbisköpfe geschnitzt. Als sie kleine Kinder waren unternahmen wir oft Dinge mit ihnen. In letzter Zeit sehen wir sie nicht mehr so oft, auch sie sind älter
geworden. Aber sobald sich die Welt wieder normalisiert hat, sollten wir wieder mehr zusammen unternehmen.
Mit dem herausgenommenen Fruchtfleisch bereitete meine Frau dann die Suppe zu. Gross und Klein war begeistert von der Suppe und noch heute stellen meine Mutter und meine Tante die Kürbissuppe
nach dem Rezept meiner Frau zu.
La zuppa di zucca è un fedele compagno in autunno e all‘inizio dell‘inverno. Il giorno di San Nicola mangiamo spesso questa zuppa facile da preparare con i nostri ometti di pasta fatti in
casa e del formaggio. Una meravigliosa e semplice cena.
La ricetta e di mia moglie. Ricordo con piacere la prima volta che ha fatto la zuppa di zucca per la mia famiglia. A quei tempi avevamo fatto delle teste di zucca intagliate per Halloween con
i miei cuginetti. Quando erano piccoli facevamo spesso delle cose insieme. Ultimamente non li vediamo più così spesso, anche loro ormai sono diventati grandi. Ma non appena il mondo tornerà alla
normalità, dovremmo fare di nuovo più cose insieme.
Con la polpa tirata fuori dalla zucca, mia moglie preparò una zuppa. Tutti furono entusiasti della zuppa e ancora oggi mia madre e mia zia preparano la zuppa di zucca secondo la ricetta di
mia moglie.
glühwein - vin brulè
Vielleicht wiederhole ich mich manchmal ein wenig, aber ich schreibe wonach mir jeweils gerade ist. Und speziell in der Vorweihnachtszeit erinnere ich mich sehr gerne daran zurück wie ich mit
meiner Frau im Jahr 2005 zusammengekommen bin.
Den ersten Kuss tauschten wir auf dem Weihnachtsmarkt auf dem Waisenhausplatz in Bern aus. Gibt es eine schönere Kulisse für einen ersten Kuss? Ich finde absolut nein - alles war perfekt!
Wir schlenderten damals nach der Schule durch die wunderschön weihnachtlich dekorierte kalte Altstadt von Bern und schlossen unseren Spaziergang beim Glühwein trinken auf dem Weihnachtsmarkt ab.
Vielleicht liess genau der Glühwein die Hemmungen etwas fallen und führte schlussendlich dazu, dass wir an diesem Vorweihnachtstag zusammenkamen. Ein süsser, herzerwärmender kulinarischer
Begleiter, ein Getränk das mich an die ebenso süsse und herzerwärmenden Küsse meiner Frau erinnert – so schön kann Glühwein sein.
Forse a volte mi ripeto un po‘, ma scrivo quello che mi passa per la testa. Soprattutto nel periodo prenatalizio ricordo con molto piacere come io e mia moglie diventammo una coppia nel
2005.
Il primo bacio che ci siamo scambiati fu al mercatino di Natale sulla Piazza dell’Orfanotrofio a Berna. Esiste una cornice più bella per un primo bacio? Penso assolutamente di no - fu tutto
perfetto!
All‘epoca, dopo la scuola, passeggiammo per il freddo centro storico di Berna, splendidamente decorato per Natale, e finimmo la nostra passeggiata bevendo vin brulè al mercatino di Natale.
Forse è stato il vin brulè che ci ha fatto cadere gli ultimi scrupoli e che ha portato finalmente al primo bacio in quel giorno prenatalizio.
Un accompagnamento culinario dolce e caloroso, una bevanda che mi ricorda i baci altrettanto dolci e calorosi di mia moglie - il vin brulè può essere così bello.
röstkastanien - caldearroste
Einmal im Jahr im Herbst organisierte die italienische katholische Kirchgemeinde ein Kastanien-Essen. Der Anlass war eher ein Sehen und Gesehen-Werden, die Kastanien waren in meinen Kinds-Augen
nur Nebensache und mit der Kirche hatte das ganze schon gar nichts zu tun. Ich als Kind und Jugendlicher mochte den Anlass nie besonders. Einmal fand der Anlass eher spät im Jahr statt und damals
kam dann auch Sankt Nikolaus vorbei.
Die Kastanien wurden über dem offenen Feuer in einer alten Blechtonne geröstet. Ein älterer Herr, zufällig ein Namensvetter von mir, bereitete die Kastanien jeweils zu. Ich mochte die Qualitäten
als Kastanienröster meines Namensvetters besser als seine sich ständig wiederholenden monotonen faulen Sprüche über unseren Namen.
Den guten Mann trafen wir in der Regel bei Kirchengängen. Sonntags, vor allem in den Wintermonaten, gingen wir oft zur Kirche. In den Sommermonaten war dann jeweils der Ruf des Fussballes
verlockender als der des Herrn. Jedes Mal in der Kirche bot sich ein ähnliches oder gleiches Bild. Mein Namensvetter begrüsste mich mit seinen faulen Sprüchen, es hatte Frauen die Kleider trugen
die schon nur in der Nähe der Kirche nichts zu suchen hatten, die Männer präsentierten ihre Wochenend-Autos und es war eine gewisse Scheinheiligkeit in der Luft die mir nie behagte. So kam es,
dass ich nie besonders gerne zur Kirche ging. Trotzdem empfinde ich Kirchen vor allem in der Weihnachtszeit irgendwie als Kraftorte, ich geniesse die Ruhe in den grossen Räumlichkeiten und kann
mir vor allem in katholischen Kirchen oftmals die Augen kaum sattschauen.
Nun gehen wir aber zurück zu den anfangs erwähnten Röstkastanien.
Una volta all‘anno, in autunno, la comunità cattolica italiana organizzava una castagnata. Ai miei occhi di bambino, quella festa era più che altro un’occasione per farsi vedere, le castagne
erano solo una questione secondaria e il tutto non avevano nulla a che fare con la chiesa. Da bambino e adolescente quella festa non mi è mai piaciuta. Una volta la festa si svolse piuttosto
tardi e quella volta venne alla festa anche San Nicola.
Le castagne venivano preparate sul fuoco aperto in un vecchio bidone. Un anziano signore, per caso un mio omonimo, preparava le castagne. Mi piacevano di più le qualità da tostatore di
castagne del mio omonimo, che le sue continue e monotone battute sul nostro nome.
Di solito incontravamo il brav‘uomo in chiesa. La domenica, soprattutto nei mesi invernali, andavamo spesso in chiesa. Nei mesi estivi invece il richiamo del calcio era più seducente di
quello del Signore. Ogni volta che andavamo in chiesa, ci si presentava un‘immagine simile o identica. Il mio omonimo mi salutava con le sue battute monotone, c‘erano donne che indossavano
vestiti che non dovevano essere nemmeno portati vicino a una chiesa, gli uomini presentavano le loro belle auto che usavano solo di domenica e c‘era una certa falsità nell‘aria che non mi
garbava. Così è successo che non mi è mai piaciuto molto andare in chiesa. Tuttavia sento le chiese, soprattutto nel periodo natalizio, in qualche modo come un luogo di energia, mi godo la pace e
la tranquillità e i grandi spazi, poi soprattutto le chiese cattoliche non finisco mai di stupirmi.
Ma ora torniamo alle castagne di cui si parlava all‘inizio.